Qualche settimana fa avevamo assisitito all'annuncio del nostro sindaco, Ferdinando Carmosino, di istituire un bonus bebè: 500€ per i nuovi nati provenienti direttamente dallo stipendio di Carmosino. In tempi duri come questi il gesto del sindaco è apparso esemplare non solo alla stampa locale, ma anche ai cittadini rioneresi, un modello che i vari politici, locali e non, dovrebbero seguire.
La notizia però non è stata presa con altrettanta ingenua ammirazione da parte della minoranza comunale che, tramite una nota inviata alla stampa, provocatoriamente offre 1000 euro ai nuovi nati e accusa il sindaco di fare demagogia:
«Guardando le varie interviste al sindaco Carmosino - scrivono i componenti dell’opposizione comunale - quella che ne viene fuori è l’immagine di resi che dalla dichiarazio un giovane idealista dedito alla propria missione, disinteressato ed altruista, disposto a sacrificare il proprio tempo ed i propri interessi a beneficio del suo amato paese. Dimostriamo come tale immagine sia assolutamente ingannevole. L’ultimo sacrificio che è disposto a compiere sembra essere quello di cinquecento euro della propria indennità di sindaco per l’istituzione del così detto bonus bebè che a suo dire dovrebbe: essere un auspicio perchè questi 500 euro dati a ogni nascituro possa essere di augurio per avere più nati. Ora, premesso che se qualcuno riesce a dimostrare che lo stanziamentodi 500 euro possa esser un incentivo ad avere più nati, come gruppo di minoranza, mettiamo di tasca nostra, a disposizione mille euro per ogni nuova nascita nel comune. La mattina di giovedì 20 maggio - continuano i componenti del gruppo di minoranza - abbiamo depositato, per la seconda volta, la richiesta di convocazione del Consiglio comunale con all’ordine del giorno la soppressione delle indennità di carica agli amministratori dell’ente per dimostrare, così, solidarietà ai cittadini rioneresi che dalla dichiarazione di dissesto si sono visti aumentare tariffe ed imposte e diminuire i servizi. La sera stessa, a chiacchiere, in quanto non è stato prodotto nessun atto, il sindaco annuncia in pompa magna l’istituzione del bonus bebè. L’annuncio è servito anche a distogliere l’attenzione dall’ennesimo fallimento dell’amministrazione che, solo un mese prima, in Consiglio aveva sbandierato di aver scongiurato la creazione di pluriclassi a tre, cosa poco dopo smentita dal Provveditorato. E’ evidente il collegamento delle due iniziative e come l’istituzione del bonus sia solo un escamotage per non dover, insieme agli assessori, rinunciare alle intere indennità. Altro che generosità e altruismo, ma solo il disperato tentativo di limitare i danni e non dover rinunciare ad un impegno maggiore. Una cosa, comunque il sindaco l’ha dimostrata - concludono i consiglieri di opposizione - e cioè i difetti di tutti i politici, chiacchiere, bugie e tanta demagogia».

AF


 
Ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato la manovra anticrisi. Tra le misure previste c'è anche quella di abolire le province con meno di 220mila abitanti, che non confinano con stati esteri e che non sono nelle regioni a statuto speciale. Sulla lista nera potrebbero esserci da 9 a 15 province (dato ancora non certo) tra cui la nostra Provincia di Isernia. Ma di questa misura presa per fronteggiare la crisi non ci sono chiare alcune cose.
Prima di tutto quale crisi? Il governo ha passato gli ultimi due anni a negare l'esistenza della crisi, ad accusare noi di sinistra di essere dei biechi pessimisti e ora sta facendo i salti mortali per salvare il salvabile, responsabilità e coerenza non sono caratteristiche proprie di questo governo!
Rigurdo la proposta di abolire le province non riusciamo a capire per quale motivo quelle confinanti con territorio estero dovrebbero essere salvata? dobbiamo difenderci dalle invasioni barbariche? E poi ecco che arriva la spiegazione: come ci ha fatto notare il caro vecchio buon Giglioli  tra le quattro provincia di confine con meno di 220mila abitanti c'è anche Sondrio, la provincia di Tremonti... coincidenze della vita? E infine perchè mai 220mila anziche un più tondo 250mila?
Voi cosa ne pensate? C'è chi propone di lottare per salvare la nostra  amata provincia sacrificando altri enti locali, chi parla di abolire lo stesso Molise oppure per coerenza anche Campobasso... intanto ci restano altri quattro anni per poter dire "sono della provincia di Isernia".

Anna Frabotta
 
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Roberto Ruta
L'assemblea regionale di ieri si è conclusa con un cambio di vertice all'interno del Partito Democratico. Il Presidente del PD Molise, Roberto Ruta, in accordo col segretario Leva, ha rassegnato le sue dimissioni. Un gesto di grande responsabilità, "un sacrificio per cercare di ricostruire l'unità interna al partito", con queste parole Ruta giustifica le sue dimissioni. È di gesto responsabile si può parlare date le polemiche interne al partito che avevano preso di mira la gestione troppo centralista dell'ex onorevole. Il cambio di vertice dovrebbe quindi servire a ricompattare un partito che pare avere troppe correnti, lasciando spazio per il confronto con la minoranza. Una scelta saggia e matura che può essere pienamente condivisa, invece delle solite liti interne si sta cercando di fare qualcosa di nuovo: abbandonata la strada dello scontro, mai presa in considerazione quella della gestione verticistica che non lascia spazio al dialogo (roba da centrodestra!), il partito apre alla minoranza interna e la coinvolge nella costruzione di quel progetto democratico che porta avanti con forza!
Ancora è presto per dare una previsione su chi potrebbe sostituire Ruta, l'Assemblea si riunirà nuovamente tra due settimane per eleggere il nuovo Presidente. Nel frattempo non possiamo far altro che apprezzare il gesto.

Anna Frabotta

 
Incendiato un fabbricato di proprietà di Italo Lombardi, Capogruppo PD al Comune di Campolieto

Un atto inaccettabile di gravità inaudita che il Partito Democratico condanna con fermezza e decisione. Un gesto intimidatorio ai danni di Italo Lombardi, capogruppo PD al Comune di Campolieto e dirigente tra i più attivi del PD molisano, segnale inequivocabile che il metodo mafioso-camorristico della violenza come arma politica rischia di diffondersi anche nel nostro territorio, sintomo di una possibile deriva criminale che l’intera comunità regionale e le sue istituzioni devono bloccare ed estirpare senza tentennamenti.
Siamo certi che le autorità competenti faranno tutto il necessario per individuare ed assicurare alla giustizia i responsabili di un gesto inumano che colpisce non solo Italo e la sua attività di amministratore e dirigente politico, ma la coscienza di tutti i liberi democratici della nostra regione.Oggi il PD molisano sarà ancor di più a fianco di Italo Lombardi nella sua attività politica quotidiana, così come sarà vicino a tutti coloro i quali dedicano, come Italo, ogni istante della loro vita con straordinaria passione civile, nei propri paesi, nelle città, nei quartieri e nei borghi più lontani della nostra terra, alla difesa dei diritti dei cittadini molisani.

Danilo Leva Segretario Regionale PD Molise
Pardo Antonio D’Alete Capogruppo PD Regione Molise
 
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Danilo Leva
Duro il commento del segretario regionale del PD Danilo Leva dopo la bocciatura da parte del governo sulla fallimentare gestione della sanità.
«Il presidente della Regione Iorio è stato bocciato anche dal governo Berlusconi. Quanto accaduto oggi a Roma è la semplice conseguenza di una gestione fallimentare della cosa pubblica dell’attuale governo regionale - commenta Danilo Leva e continua - Iorio non può prendersela con nessun altro se non se stesso e il tentativo di scaricare le responsabilità su altri è la dimostrazione della mancanza di argomenti seri e credibili. Il livello di indebita nella nostra regione è tra i più alti d'Italia, solo quello della regione ammonta a oltre 110 milioni di euro e neppure l'aumento delle aliquote regionali Irpef e Irap, imposto dal governo nazionale e che produrranno 10 milioni di entrate, sarò sufficiente a ripianare le casse regionali. Al Molise è stato ingiunto, addirittura, di avviare manovre correttive per ulteriori 59 milioni di euro. La cambiale che il Molise non riuscirà a pagare ha una sola firma, quella di Michele Iorio. Una cambiale dovuta a decenni di riforme mai effettuate, ad un apparato pubblico elefantiaco, ad una politica spendacciona, a regali che hanno rappresentato un freno allo sviluppo e alla crescita economica. E’ sufficiente pensare al ricorso sfrenato alle consulenze esterne. Difatti, basterebbe eliminarle per ottenere un risparmio di spesa pari alla stessa somma che sarà generata dall’aumento delle imposte regionali. Il futuro della nostra regione sarà sempre più a rischio se non si riuscirà a rendere questo territorio moderno, competitivo e virtuoso. Iorio rassegni subito le proprie dimissioni e metta la parola fine a quella che può essere definita la gestione più mediocre e scellerata della nostra storia.»

 
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Articolo preso da Nuovo Molise del !6/05/2010

Sono anni che ne parliamo e ne sentiamo parlare e adesso l'incubo sembra diventato realtà, le scuole elementari di Rionero Sannitico saranno formate da due sole classi. Possiamo solo immaginare il malcontento che circola in paese.
 
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Bocciata la sanità molisana, il Presidente della Regione, Michele Iorio (PDL), si appella ai cittadini in cerca di “rivoltosi” da mandare a Roma, ma il PD chiede a Iorio un ultimo atto di rispetto verso i molisani: dimissioni immediate dopo 12 anni di fallimenti!

La situazione della sanità molisana appare disperata: 110 milioni di euro di debiti che non cessano di crescere. Lo scorso anno Silvio Berlusconi aveva deciso di commissariare la sanità molisana affidandone le redini a colui che i debiti li aveva cresti: Michele Iorio.
Ieri però il tavolo tecnico nazionale ha bocciato le procedure messe in atto per risanare i debiti dando vita ad uno scontro con il governatore del Molise. Il governo ha infatti deciso di bloccare i fondi Fas, destinati alle aree sottosviluppate e di imporre alla regione un ulteriore aumento delle tasse per risanare i debiti. Un agguerrito Iorio ha però annunciato di non voler subire passivamente la decisione presa dal governo, ma di voler combattere per il diritto alla salute appellandosi anche ai cittadini molisani chiedendo loro di scendere in piazza. La domanda a questo punto sorge spontanea: contro chi dovrebbero combattere i molisani? Contro il governo nazionale che ha bocciato la cattiva gestione della sanità della giunta Iorio oppure salire a monte del problema e combattere contro lo stesso governatore regionale? Il dilemma si fa arduo e intanto il malcontento dei cittadini molisani cresce. Quello a cui stiamo andando incontro è un aumento considerevole delle tasse accompagnato da una riduzione dei servizi (interi reparti ospedalieri chiusi, posti letto tagliati, accorpamento dell'ospedale di Larino con quello di Campobasso). Gli industriali molisani pur di non vedersi aumentare le tasse chiedono tagli sulle spese sanitarie. Dove arriveremo di questo passo? La sanità molisana è già agli ultimi posti delle classifiche stando alle ricerche dell'istituto Sant'Anna di Pisa, ulteriori tagli potrebbero avere situazioni catastrofiche.

Partito Democratico e Italia dei Valori chiedo le dimissioni immediate di Iorio. Così commenta Antonio D'Alete, consigliere regionale del Partito Democratico, “Dopo 12 anni di governo Iorio oggi vengono al pettine tutti i nodi. Iorio sapeva benissimo di aver gestito in modo fallimentare la sanità molisana, oggi, dopo l'incontro in Consiglio dei Ministri, non può far finta di cadere dalle nuvole. Ha scelto di ripianare i debiti imponendo, per i prossimi trent'anni, ai suoi corregionali tasse tre volte superiori al resto d'Italia. Ora che Silvio Berlusconi, deputato molisano, lo boccia anche come commissario alla sanità, obbligandolo ad infliggere ai cittadini del Molise ulteriori tasse, a Michele Iorio non resta che un ultimo atto di dignità e di rispetto dei suoi corregionali: le dimissioni immediate”.

*Immagine presa dalla prima pagina del quotidiano Nuovo Molise del 15/05/10


Anna Frabotta


 
Nella giornata di ieri il Comitato di redazione per le modifiche dello Statuto del Pd, composto da Maurizio Migliavacca, Nico Stumpo, Alfredo D’Attorre, Gero Grassi, Marina Sereni e Michele Meta, ha concluso i lavori per la formulazione della proposta che verrà presentata oggi alla commissione nazionale Statuto.
Le modifiche proposte interessano: il ruolo degli iscritti, lo svolgimento dei congressi locali, la valorizzazione del ruolo dei circoli, le incompatibilità tra cariche di partito e istituzionali, le misure a garanzia della trasparenza e della moralità dell’impegno politico e il miglioramento delle primarie quale metodo per la selezione dei candidati alle cariche monocratiche.
La proposta di revisione statutaria è stata approvata all’unanimità del comitato, oggi la Commissione Statuto ha formulato, anch'essa all'unanimità, la proposta conclusiva, che sarà poi sottoposta all’Assemblea Nazionale di venerdì 21 e sabato 22 maggio, per l’approvazione definitiva.

Maurizio Migliavacca, presidente della comissione Statuto del Pd, si dice soddisfatto per il voto con il quale sono state approvate oggi le modifiche alle regole interne del partito. "Abbiamo fatto un check up dello Statuto con un'ampia discussione all'insegna della trasparenza, tanto che sarà pubblicata interamente sul sito internet del Pd, da queste modifiche esce un partito più vicino agli iscritti, agli elettori e ai territori".
In sintesi, le modifiche principali riguardano sei aspetti: "Si stabilisce la sovranità degli iscritti nelle elezioni dei segretari dei circoli e provinciali e degli organismi dirigenti che verranno espressi con voto segreto e individuale degli iscritti, da qui ottobre - ha ricordato il presidente della commissione Statuto - si svolgeranno un'ottantina di congressi locali. Si stabilisce la centralità dei circoli nella scelta dei dirigenti e i circoli, per statuto saranno ampiamente rappresentati negli organismi dirigenti dei livelli superiori".
Inoltre, ha spiegato ancora Migliavacca, "si stabilisce il federalismo delle risorse, ossia la maggioranza delle risorse raccolte dal Pd rimarranno al territorio", si introduce poi il principio della "separazione tra incarichi di partito e istituzionali, impedendo quindi i doppi incarichi". Si introducono "regole stringenti di trasparenza e moralità della politica con l'anagrafe degli eletti del Pd, dal Comune al Parlamento europeo gli eletti dovranno rendere noti i loro patrimoni".
Infine, sul discusso capitolo primarie Migliavacca ha ribadito: "Le polemiche erano infondate perchè le abbiamo migliorate e rafforzate allargandole alla costruzione delle alleanze e delle coalizioni", essendo stata approvata oggi la proposta elaborata dal comitato ristretto.

Già ieri, Nico Stumpo, responsabile Organizzazione della segreteria nazionale del Pd, dichiara: “L’approvazione all’unanimità nel comitato di Redazione della proposta di modifiche dello Statuto è motivo di soddisfazione e ci ripaga delle
polemiche di cui si è lungamente parlato in questi giorni. È n questo clima di confronto sereno e trasparente che domani si riunirà la commissione Statuto e la settimana prossima l’Assemblea nazionale”.

In merito alle polemiche nate intorno alla proposta di modifica sulle primarie era intervenuto nei giorni scorsi anche il Segretario Nazionale, Pier Luigi Bersani, che sul suo profilo Facebook aveva espresso la sua opinione: "Non apriamo dibattiti sul nulla. Le primarie vanno fatte funzionare, non vanno certo limitate, né tantomeno abolite. Nello Statuto dobbiamo preservarle ed evitare che paradossalmente da strumento prezioso di apertura alla società civile, le primarie possano ripiegare a strumento di autosufficienza del partito. È di questo e non di altro che si sta discutendo".