Il segretario regionale del Partito Democratico Danilo Leva, appreso da alcuni organi di informazione delle ultime inquietanti notizie relative al caso dell'acqua inquinata nei comuni del Basso Molise, sottolinea la necessità che l'intera vicenda che assume contorni sempre più foschi venga chiarita nel più  breve tempo possibile.

"Le informazioni in possesso di alcuni giornalisti e divulgate qualche orea fa da 'primonumero.it' rivelano che il livello dei trialometani nell'acqua dell'invaso di Guardialfiera era già elevatissimo dalla metà di novembre. E da allora e fino al periodo natalizio nel quale è scoppiato il caso, nessuno ha inteso intervenire. Primo fra tutti il presidente di Molise Acque che non avrebbe dato ascolto alle preoccupazioni espresse dai vertici dell'Arpam che espressamente avrebbero richiesto un monitoraggio più costante e una modifica del processo di depurazioni dell'acqua destinata al consumo umano. Nessun organo competente ha provveduto a dare seguito all'allarme dell'Arpa: non sarebbe stato riparato l'impianto di ozonizzazione, non sarebbero stati sostituiti i carboni attivi dei filtri, non sarebbero state messe in atto tutte quelle prescrizioni che avrebbero poi scongiurato il picco di trialometani che ha provocato di fatto la cessazione dell'approviggionamento idrico nella maggior parte dei comuni del basso Molise.

Una vicenda che urla vendetta, che chiama la responsabilità di chi invece avrebbe dovuto solo operare per la tutela dei cittadini. Per questo vi invito ad appoggiare la nostra campagna di mobilitazione che nel prossimo week end vedrà ancora impegnato il Partito Democratico per la tutela del nostro patrimonio più raro. L'ambiente."

 
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Il quotidiano La Stampa si è occupato oggi del Molise, mettendo il resto dell'Italia al corrente di quanto accade nella regione più piccola e dimenticata del paese. Ecco l'articolo/denuncia che è apparso oggi sul quotidiano torinese:


di MARCO ALFIERI
«Sul regno di Michele Iorio non tramonta mai il sole», ironizzano i detrattori. I possedimenti immobiliari della regione spaziano da Campobasso, a Roma (due sedi in via del Pozzetto e via Nomentana), al villino di rappresentanza di Bruxelles (554 mq nella centralissima Rue de Toulouse), fino alla «Casa Molise» di Moron (Buenos Aires), la dependance argentina inaugurata nel settembre 2008 con un viaggio costato alle casse regionali la bellezza di 80 mila euro. La flotta presidenziale invece era pronta in rada al porto di Termoli: una nave/jet da 8,5 milioni acquistata per collegare la cittadina adriatica con i dirimpettai ex jugoslavi. Peccato che la scelta diretta del partner senza gara pubblica sia stata irregolare. Aliscafi Snav ha fatto ricorso e ha vinto. Frustrando i sogni di gloria del presidente armatore. 

Michele Iorio da 10 anni è il vicerè immaginifico del piccolo Molise (320 mila abitanti, un quartiere di Roma), la regione più sussidiata d’Italia. Anche se il suo potere camaleonte affonda al principio dei Novanta: prima sindaco di Isernia, il suo feudo, poi assessore regionale in quota centrosinistra, poi il ribaltone, la sconfitta in regione, una fugace apparizione in senato, il ricorso, e il rivoto vittorioso nel 2001 a capo di una coalizione berlusconiana, ma sempre con una avvertenza: in Molise Iorio è Iorio, non certo un di cui del premier. Potere e consenso conquistato con capacità chirurgica, clientela su clientela. Si potrebbero scrivere interi libri sull’epopea di questo medico di provincia fattosi in poco tempo monarca assoluto dell’ex contado del Molise, staccatosi nel 1963 dagli Abruzzi nell’illusione di farsi mantenere in eterno. L’anno scorso c’ha pensato Vinicio D’Ambrosio («Il regno del Molise», edizioni il Chiostro). Il suo è un documento pieno di fatti e cifre, sprechi e scandali, mai smentiti dai protagonisti ma nemmeno ripresi dai media locali: «semplicemente snobbato, un muro di gomma», commenta amaro D’Ambrosio. 

Per capire il Molise basta un numero: articolo 15. Lo chiama così chi prova a mettere in fila il sistema Iorio. Una tecnica nata dopo il «terremotino» del 2002. Il sisma colpisce 14 paesi vicini a Campobasso ma il presidente riesce ad estendere lo stato di calamità a tutta la provincia. Lo stesso farà qualche mese dopo con l’alluvione che colpisce il Basso Molise: emergenza spalmata su tutta la regione. Nel frattempo da duplice commissario straordinario (terremoto e alluvione) il presidentissimo lavora al suo capolavoro: un programma pluriennale (votato con delibera nel giugno 2004 e istituito ex art 15) per rilanciare il sistema socio-economico della regione colpito. Un pacchetto omnibus su cui fa convergere un miliardo di euro di risorse. Da quel giorno non c’è comune, impresa, famiglia molisana che non ne sia stata beneficiata: le piazze dei paesi rifatte, le scuole di musica, il museo del profumo, la sanità foraggiata (vedi articolo a fianco) il parco sentimentale, le consulenze d’oro e le assunzioni attraverso le controllate regionali, l’università, la Camera di commercio, i centri per l’educazione ambientale o Sviluppo Italia Molise. Fondi per le calamità usati per oliare il consenso e costruire clientele. Un miliardo gestito in house su cui la magistratura contabile chiede lumi da tempo e che ha finito per dopare un’intera economia già in difficoltà, dal pastificio La Molisana allo zuccherificio di Termoli all’ex impero Ittierre in amministrazione straordinaria. Lasciando il piccolo Molise in balia della bolla edilizia e dell’impiego pubblico. Economia assistita più che produttiva. 

Con questo metodo clientelare, nel 2006 Iorio non rivince le elezioni, trionfa. Lo stuolo di auto blu e di carte di credito per dirigenti ed assessori, il personale in eccesso, la nuova facoltà di medicina aperta nel 2006 (a pochi metri dalla Cattolica), i viaggi all’estero (tipo per le olimpiadi del formaggio in Svizzera), le 18 commissioni consiliari tra ordinarie e speciali (ce n’è una sulla influenza suina) e una regione merchant bank che si occupa di produrre polli e zucchero, sono paradossalmente la sua forza. «Finché Berlusconi lo copre per via del voto regionale nel 2011, Iorio resta a galla ma le vacche grasse sono finite», ragiona Peppino Astore, senatore molisano ex Idv oggi nel gruppo Misto. «Per questo sta provando a dare la colpa al governo centrale che taglia i trasferimenti e lo mette sotto accusa per il deficit sanitario. Fa la vittima, il leghista al contrario». Sarò dura scalzarlo. 

La sua è sempre stata una satrapia dolce, costosa ma avvolgente, consensuale, che si è mangiata pezzi di opposizione offrendo posti di sottobosco e che controlla molta stampa locale e soprattutto la tv principe, Telemolise (diretta dalla moglie di Ulisse Di Giacomo, coordinatore regionale del pdl), attraverso il meccanismo della pubblicità istituzionale per la promozione di progetti tipo «albergo diffuso» (306 mila euro di stanziamento nel 2009 più altri 190mila due settimane fa). 

«Il Molise resta un quartierino asfittico in cui tutti si conoscono e in cui quasi tutti tengono famiglia», prosegue D’Ambrosio. Ad esempio Nicola Passarelli, ex presidente della corte d’appello di Campobasso, appena andato in pensione è stato nominato assessore esterno alla Sanità. Tutto passa in cavalleria perché l’andazzo va bene a molti. «Manca l’autonomia della società civile, attaccata alla sottana di una politica che si è comprata il consenso di tutti», spiega Michele Petraroia, consigliere regionale del Pd. Potere e soldi senza responsabilità. «Solo che oggi con il federalismo fiscale è insostenibile», dice Sergio Sammartino dell’associazione Majella madre. L’ex contado «non ha più i presupposti per restarsene da solo, bello e sussidiato. Produciamo 30 euro su ogni 100 consumati». E’ finita la pacchia. «Meglio tornare con i cugini abruzzesi». Nel frattempo i giovani scappano (il 50% dei laureati) e Campobasso e Isernia sono pieni di torsoli di cemento sconclusionato costruito qua e là, a sfregiare una regione bellissima e selvaggia...




 
Come è ormai noto, il progetto dell'ex Senatore Ruta ha creato un certo disordine all'interno del Pd che si è tradotto in un interessante dibattito tra coloro che sono favorevoli ad Alternativ@ e quanti invece hanno apertamente espresso un certo malcontento nei confronti del neonato movimento molisano. 
Mi sembra utile pubblicare il video dell'intervento del Segretario Leva alla presentazione di Alternativ@, in modo da permettere ad ognuno di voi di chiarirsi le idee su quello che può diventare un grande laboratorio di idee pronto a coinvolgere i diversi partiti di centrosinistra.
Vi invito inoltre a visitare il sito www.alternativamolise.net e soprattutto a partecipare ai forum proposti per iniziare a lavorare tutti insieme ad un Molise migliore.


Anna Frabotta
 
 
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Camion neri che scaricano materiale non ben definito al ritmo di una tetra musica, molti di voi ricorderanno il video (attualmento rimosso dalla rete) che nello scorso autunno aveva allertato l'opinione pubblica molisana riguardo la discarica di Tufo Colonico. In particolare la preoccupazione riguardava la possibile infiltrazione di percolato nel fiume Colonico, affluente del Vandra.
Nel periodo delle amministrative 2009 mi ero recata personalmente in località Vandra per discutere del problema con alcune famiglie della zona, ma pochi esprimevano perplessità a riguardo, i più, rassicurati dai politici locali, non manifestano alcuna preoccupazione (con non poca meraviglia da parte mia). In autunno si erano mobilitati gli stessi vertici del Partito Democratico (Danilo Leva in primis) recandosi, insieme agli uomini della Guardia Forestale, sul luogo per fare chiarezza sulla vicenda.
A seguito di questa allerta generale furono avviate delle indagini che evidenziarono dei difetti nel sistema di smaltimento di percolato, difetti che sembravano essere stati risolti in tempi brevi permettendo il regolare funzionamento della discarica.

Oggi apprendiamo dai giornali che la discarica è nuovamente sotto indagine e che una parte di questa (soggetta a lavori di ampliamento) è stata messa sotto sequestro. Come spiega il procuratore capo di Isernia, Paolo Albano, si contesta "lo scarico illecito di percolato nel suolo e l'ampliamento della discarica in una zona sottoposta a vincolo ambientale".
Ciò che appare più grave è che i lavori di ampliamento sono stati autorizzati dalla Regione senza tenere in considerazione che si andava ad incidere su una zona boschiva e, pertanto, soggetta a vincoli ambientali, ma soprattutto senza tenere conto che un ulteriore ampliamento della discarica potrebbe mandare in affanno il sistema di scarico. Come mai la Regione non ha tenuto conto di tutto ciò?
Si riuscirà una volta per tutte a fare chiarezza sui problemi della discarica in esame? Ma, soprattutto, possiamo fare sonni tranquilli la notte o dobbiamo preoccuparci del fatto che le nostre falde acquifere possano essere inquinate?
A voi l'ardua sentenza... o meglio alla Procura isernina.



AF

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dal Quotidiano del Molise del 01/06/10 (nella foto Alfonso Di Iorio e Marco Amendola)
 
Ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato la manovra anticrisi. Tra le misure previste c'è anche quella di abolire le province con meno di 220mila abitanti, che non confinano con stati esteri e che non sono nelle regioni a statuto speciale. Sulla lista nera potrebbero esserci da 9 a 15 province (dato ancora non certo) tra cui la nostra Provincia di Isernia. Ma di questa misura presa per fronteggiare la crisi non ci sono chiare alcune cose.
Prima di tutto quale crisi? Il governo ha passato gli ultimi due anni a negare l'esistenza della crisi, ad accusare noi di sinistra di essere dei biechi pessimisti e ora sta facendo i salti mortali per salvare il salvabile, responsabilità e coerenza non sono caratteristiche proprie di questo governo!
Rigurdo la proposta di abolire le province non riusciamo a capire per quale motivo quelle confinanti con territorio estero dovrebbero essere salvata? dobbiamo difenderci dalle invasioni barbariche? E poi ecco che arriva la spiegazione: come ci ha fatto notare il caro vecchio buon Giglioli  tra le quattro provincia di confine con meno di 220mila abitanti c'è anche Sondrio, la provincia di Tremonti... coincidenze della vita? E infine perchè mai 220mila anziche un più tondo 250mila?
Voi cosa ne pensate? C'è chi propone di lottare per salvare la nostra  amata provincia sacrificando altri enti locali, chi parla di abolire lo stesso Molise oppure per coerenza anche Campobasso... intanto ci restano altri quattro anni per poter dire "sono della provincia di Isernia".

Anna Frabotta
 
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Roberto Ruta
L'assemblea regionale di ieri si è conclusa con un cambio di vertice all'interno del Partito Democratico. Il Presidente del PD Molise, Roberto Ruta, in accordo col segretario Leva, ha rassegnato le sue dimissioni. Un gesto di grande responsabilità, "un sacrificio per cercare di ricostruire l'unità interna al partito", con queste parole Ruta giustifica le sue dimissioni. È di gesto responsabile si può parlare date le polemiche interne al partito che avevano preso di mira la gestione troppo centralista dell'ex onorevole. Il cambio di vertice dovrebbe quindi servire a ricompattare un partito che pare avere troppe correnti, lasciando spazio per il confronto con la minoranza. Una scelta saggia e matura che può essere pienamente condivisa, invece delle solite liti interne si sta cercando di fare qualcosa di nuovo: abbandonata la strada dello scontro, mai presa in considerazione quella della gestione verticistica che non lascia spazio al dialogo (roba da centrodestra!), il partito apre alla minoranza interna e la coinvolge nella costruzione di quel progetto democratico che porta avanti con forza!
Ancora è presto per dare una previsione su chi potrebbe sostituire Ruta, l'Assemblea si riunirà nuovamente tra due settimane per eleggere il nuovo Presidente. Nel frattempo non possiamo far altro che apprezzare il gesto.

Anna Frabotta

 
Incendiato un fabbricato di proprietà di Italo Lombardi, Capogruppo PD al Comune di Campolieto

Un atto inaccettabile di gravità inaudita che il Partito Democratico condanna con fermezza e decisione. Un gesto intimidatorio ai danni di Italo Lombardi, capogruppo PD al Comune di Campolieto e dirigente tra i più attivi del PD molisano, segnale inequivocabile che il metodo mafioso-camorristico della violenza come arma politica rischia di diffondersi anche nel nostro territorio, sintomo di una possibile deriva criminale che l’intera comunità regionale e le sue istituzioni devono bloccare ed estirpare senza tentennamenti.
Siamo certi che le autorità competenti faranno tutto il necessario per individuare ed assicurare alla giustizia i responsabili di un gesto inumano che colpisce non solo Italo e la sua attività di amministratore e dirigente politico, ma la coscienza di tutti i liberi democratici della nostra regione.Oggi il PD molisano sarà ancor di più a fianco di Italo Lombardi nella sua attività politica quotidiana, così come sarà vicino a tutti coloro i quali dedicano, come Italo, ogni istante della loro vita con straordinaria passione civile, nei propri paesi, nelle città, nei quartieri e nei borghi più lontani della nostra terra, alla difesa dei diritti dei cittadini molisani.

Danilo Leva Segretario Regionale PD Molise
Pardo Antonio D’Alete Capogruppo PD Regione Molise