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Camion neri che scaricano materiale non ben definito al ritmo di una tetra musica, molti di voi ricorderanno il video (attualmento rimosso dalla rete) che nello scorso autunno aveva allertato l'opinione pubblica molisana riguardo la discarica di Tufo Colonico. In particolare la preoccupazione riguardava la possibile infiltrazione di percolato nel fiume Colonico, affluente del Vandra.
Nel periodo delle amministrative 2009 mi ero recata personalmente in località Vandra per discutere del problema con alcune famiglie della zona, ma pochi esprimevano perplessità a riguardo, i più, rassicurati dai politici locali, non manifestano alcuna preoccupazione (con non poca meraviglia da parte mia). In autunno si erano mobilitati gli stessi vertici del Partito Democratico (Danilo Leva in primis) recandosi, insieme agli uomini della Guardia Forestale, sul luogo per fare chiarezza sulla vicenda.
A seguito di questa allerta generale furono avviate delle indagini che evidenziarono dei difetti nel sistema di smaltimento di percolato, difetti che sembravano essere stati risolti in tempi brevi permettendo il regolare funzionamento della discarica.

Oggi apprendiamo dai giornali che la discarica è nuovamente sotto indagine e che una parte di questa (soggetta a lavori di ampliamento) è stata messa sotto sequestro. Come spiega il procuratore capo di Isernia, Paolo Albano, si contesta "lo scarico illecito di percolato nel suolo e l'ampliamento della discarica in una zona sottoposta a vincolo ambientale".
Ciò che appare più grave è che i lavori di ampliamento sono stati autorizzati dalla Regione senza tenere in considerazione che si andava ad incidere su una zona boschiva e, pertanto, soggetta a vincoli ambientali, ma soprattutto senza tenere conto che un ulteriore ampliamento della discarica potrebbe mandare in affanno il sistema di scarico. Come mai la Regione non ha tenuto conto di tutto ciò?
Si riuscirà una volta per tutte a fare chiarezza sui problemi della discarica in esame? Ma, soprattutto, possiamo fare sonni tranquilli la notte o dobbiamo preoccuparci del fatto che le nostre falde acquifere possano essere inquinate?
A voi l'ardua sentenza... o meglio alla Procura isernina.



AF

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